fbpx
turismo e eventi per famiglie e bambini kid pass
gioco scacchi e bambini

Scacchi e bambini passione non solo per piccoli matematici

da Giochi educativi per bambini

Home » Educazione e corsi per bambini » Giochi educativi per bambini » Scacchi e bambini passione non solo per piccoli matematici

Giocare a scacchi stimola il cervello e aiuta nell’autocontrollo. E tutti possono imparare: chi è bravo in matematica è avvantaggiato solo all’inizio. Vediamo quali sono i benefici della scacchiera per i bambini.

Gioco, sport o arte? Gli scacchi racchiudono tutti e tre questi aspetti, anche se per tensione e agonismo… io propenderei a considerarlo più uno sport, afferma Alessandro Franco, presidente della Scuola di scacchi Federico Manca. Uno sport, riconosciuto dal Coni peraltro, che è una palestra importante per cervello e comportamento e che può essere di grande aiuto per i bambini. Sempre se sono loro a volerlo.

La Scuola di scacchi Federico Manca, fondata a Padova nel 2008, tiene incontri e lezioni in 20-30 scuole di Veneto ed Emilia-Romagna ogni anno, raggiungendo migliaia di ragazzini. Attività che negli ultimi anni si è intensificata grazie a Internet e alle reti LIM scolastiche, che consentono lezioni anche da remoto. Data questa esperienza, Alessandro ci è sembrato la persone più adatta per spiegarci perché giocare a scacchi fa bene e che benefici ha nei bambini.

I benefici degli scacchi nei bambini

Dato che gli scacchi sono uno sport, tutti possono diventare scacchisti o ci sono delle caratteristiche che predispongono?

Sicuramente chi è portato per la matematica e per il ragionamento logico-deduttivo, è più portato a giocare a scacchi perché farà meno fatica all’inizio. Ma gli scacchi non sono preclusi a nessuno. Abbiamo avuto risultati eclatanti con bambini che erano seguiti dall’insegnante di sostegno, per disturbi comportamentali o apprendimento. E abbiamo anche avuto il caso di un bambino che in tre anni di gioco, dalla prima alla terza media, è passato dall’insufficienza in matematica all’8. Se pensiamo, poi, che a un giovane Bobby Fischer era stato detto che non era portato per gli scacchi… insomma, nessun pregiudizio per chi vuole provare.

C’è un’età giusta per cominciare?

Non c’è un’età giusta. Ma noi chiediamo che sia il bambino a voler imparare a giocare a scacchi: non deve essere un obbligo dei genitori. Se il bambino non è motivato, qualunque età abbia gli scacchi non gli interesseranno mai. Mentre abbiamo avuto bambini di tre anni che già avevano imparato le basi del gioco imitando i genitori o giocando con le app su smartphone o tablet.

Come si stimola interesse per gli scacchi?

Il bambino che viene a prendere lezioni private è già appassionato. Mentre il bambino che non sa cosa siano gli scacchi, li conosce con noi tramite la scuola. Noi abbiamo sviluppato una lezione in quattro fasi, con due parti teoriche e due pratiche: diamo le regole, i principi generali e le indicazioni per non perdere in 3-4 mosse. Facendo così, molti bambini iniziano a giocare a casa, anche al computer. Il mondo degli scacchi si è spostato molto su Internet: non sempre puoi avere un compagno di gioco disponibile, mentre online trovi sempre uno scacchista pronto per una partita in qualsiasi momento. E non parlo di robot.

Che difficoltà incontrano i bambini agli inizi?

La difficoltà principale è capire che negli scacchi per diventare forti serve tempo. E che quando perdi, non puoi dare la colpa alla sfortuna o condividerla con la squadra: è un gioco mentale e individuale. Superare la frustrazione e accettare la sconfitta è anche un insegnamento: se questo è difficile da metabolizzare per gli adulti, per i bambini può diventare un freno nei confronti dell’agonismo.

Cioè?

Nell’agonismo, l’80% dell’allenamento quotidiano è incentrato sullo studio di partite già giocate. E sappiamo tutti che lo studio non è l’attività preferita dai ragazzini: da piccoli si studia per il voto, non per imparare cose nuove… E può capitare che uno al suo primo torneo perda molte partite e ci rimanga male. Statisticamente, pochi bambini che cominciano a prendere lezioni di scacchi passano all’agonismo. E di quelli che passano all’agonismo meno del 10% ci restano dopo 2 anni. È il discorso di prima, sul saper accettare le sconfitte.

Uscendo dalle competizioni e tornando al gioco, che benefici hanno i bambini che giocano a scacchi?

Il Parlamento europeo è stato molto dettagliato nel loro elenco, quando nel 2012 ha preso la decisione di incentivare corsi di scacchi nelle scuole. I benefici, comunque, si possono sintetizzare in

– Sviluppo del ragionamento logico-deduttivo con un miglioramento nella matematica e nelle discipline scientifiche in genere. E anche in grammatica e musica che, sembra strano ma è così, sono legate alla matematica. Del resto, in passato ci sono stati grandi scacchisti che erano grandi compositori…

– Gli scacchi aiutano a pensare a lungo termine: si diventa analitici anche nelle scelte di vita.

– Migliore gestione del tempo: una partita a scacchi “regolamentare“ si gioca con l’orologio e un tempo limite per fare la propria mossa. Gli scacchisti imparano a fare i conti con il tempo, e questa cosa a scuola si traduce nel gestirlo meglio durante le verifiche.

– L’autodisciplina: negli scacchi si impara a controllarsi per forza di cose.

Ci sono sport idealmente complementari agli scacchi?

No, i ragazzi che seguiamo oltre agli scacchi fanno gli sport più svariati. Io ritengo che la forma fisica sia importante anche per uno scacchista, per questo consiglio ai genitori di non far sospendere ai figli sport fisici a favore degli scacchi. O se devono fare una scelta, meglio uno sport fisico in età scolastica, per rinforzarsi, sviluppare la coordinazione etc. Nei tornei internazionali le partite possono durare ore: ci vuole fisico anche per stare seduti molto a lungo!

 

Libri sugli scacchi consigliati per bambini

 

                                                                                        

Antonella Scambia

Antonella Scambia

Antonella Scambia è giornalista freelance e collabora con Kid Pass dal 2016. La curiosità è alla base del suo mestiere, curiosità che mette al servizio dei lettori nelle ricerche che conduce per scrivere gli articoli, che siano itinerari, idee per vivere la cultura in famiglia o temi legati alla genitorialità.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

DA SCOPRIRE

VACANZE FAMILY

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

RICEVI SUBITO UN REGALO DA KID PASS!

In omaggio la nostra guida: 10 città d’Italia da vedere con i bambini.

Resta aggiornato sulle migliori proposte family nella tua città e non solo!

 

Trattamento dati personali

Grazie per esserti iscritto! Riceverai via email il link per scaricare la guida.