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scrivere la letterina a babbo natale

Caro Babbo Natale…

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In questi giorni i nostri figli sono alle prese con la fatidica letterina a Babbo Natale per chiedere i doni che più desiderano trovare sotto l’albero nella magica notte. Fino a che punto dobbiamo accontentarli?

Ormai siamo in piena frenesia per i regali: nelle famiglie i bambini diventano i protagonisti indiscussi e ogni parente si affretta a pensare cosa poter regalare ai più piccoli per renderli felici.

È un correre dietro a idee, oggetti utili e inutili, ed ecco che spesso la letterina per Babbo Natale arriva in aiuto per dare suggerimenti e “pilotare” gli acquisti. Ma la “letterina”, come viene vissuta dai bambini e dai loro genitori?

Bambini che attendono, bambini che accumulano

Spesso la letterina diviene strumento per vivere insieme un momento di gioia e spensieratezza, in cui il bambino può finalmente esprimere i desideri tanto sognati. Tuttavia in alcune occasioni i bambini, sempre più abituati ad avere e a ottenere ogni richiesta espressa, vivono la letterina come l’ennesima occasione per possedere oggetti che spesso si vanno a sommare a molti altri giochi, per lo più dimenticati e mai realmente utilizzati.

I bambini, sommersi da tv e da pubblicità, stanno progressivamente perdendo la bellezza dell’attesa e dell’assaporare il dono a lungo atteso: dimenticano il piacere del saper aspettare, dell’attendere con entusiasmo e frenesia ciò che si è tanto sperato di ricevere. Nell’accumulare oggetti e regali, il bambino rischia così di non distinguere più ciò che realmente ama e che è affine ai suoi interessi, da quello che è semplicemente “perché ce l’hanno tutti”.

E’ importante che i più piccoli non siano troppo coinvolti dalla commercializzazione e dal consumo, ma al contrario possano assaporare il piacere della condivisione che, soprattutto il Natale quale festa “magica”, offre loro: una festa in cui si assapora il senso di vicinanza e di amore con una valenza fortemente affettiva. Non a caso ai bambini, divenuti ormai grandi, ciò che rimane impresso nella loro mente non è il regalo in sé, di cui a volte non hanno neppure ricordo, ma l’atmosfera vissuta e respirata e che diviene elemento di memoria su cui si basa la propria esperienza di vita.

Babbo Natale insegna l’equità

I bambini, infatti, più che degli oggetti hanno bisogno di assaporare il clima gioioso dello stare in famiglia: aspettare con ansia i vari riti legati alle feste come preparare insieme gli addobbi, allestire la casa, preparare l’albero o il presepe, cucinare insieme le pietanze.

I rituali permettono loro di sviluppare il senso di appartenenza al gruppo famiglia, elemento fondamentale per la strutturazione di una solida percezione di sé. Lo stesso Babbo Natale, spesso svilito e criticato perché considerato elemento regressivo e di impedimento ad una matura crescita dei bambini perché li tiene ancorati ad un mondo fantasioso, assume in realtà un ruolo importante: la figura di Babbo Natale permette, infatti, di sviluppare l’immaginazione del bambino perché è un’entità buona che si preoccupa di tutti i bambini in egual misura. Essa diviene un elemento di transizione tra il mondo dell’infanzia e quello dell’età adulta ed è per questo che i bambini vogliono fortemente credere alla sua esistenza: sarà poi con la loro fisiologica maturazione che capiranno, chi prima chi dopo, la realtà delle cose.

Ricordiamo che i bambini hanno bisogno soprattutto di doni, non di regali. La differenza sta nel fatto che il regalo è spesso un oggetto che assume per lo più il significato di premio rispetto a risultati o obiettivi raggiunti dal bambino. Il dono invece ha un valore più emotivo e comunica l’affetto incondizionato. Sicuramente per i figli il dono più grande che si possa offrire loro è il tempo, soprattutto per giocare insieme in un clima festoso e gioioso: in una vita frenetica, in cui tutto sembra essere urgente e si fatica a comprendere le priorità, trovare il tempo per stare insieme comunica al bambino che “lui viene prima di tutto”.

Scriviamo insieme la letterina

Come aiutare allora il bambino nello scrivere la sua letterina a Babbo Natale? Rendendo il momento in cui si scrive un momento speciale di condivisione, trasmettendogli la gioia nello scegliere e nel pensare, selezionando le cose che più gli potrebbero piacere: non sosteniamo il valore di un regalo solo perché proposto continuamente in TV, in quanto non è detto che susciti reale interesse nel bambino.

E’ importante aiutare i bambini a stimolare la fantasia, è questa la magia del gioco: per questo sono preferibili giocattoli che permettano al bambino di creare da solo, di lasciare spazio alla creatività consentendo un loro intervento attivo e che, al contrario, non lo limiti o lo costringa troppo dentro a schemi rigidi come avviene con molti giochi troppo strutturati. Ricordiamo che il bambino cresce e impara con la finzione, l’invenzione, la “costruzione”.

È inoltre importante pensare all’età del bambino non regalando cose non adatte per la sua sicurezza, o troppo regressive o al contrario troppo complesse che rischiano di innescare sentimenti di inadeguatezza

Qualche consiglio

  • Scriviamo insieme al nostro bambino la letterina a Babbo Natale in un clima di condivisione e di apprezzamento dello stare insieme, rendendo questo momento non unicamente una mera elencazione di oggetti.
  • Aiutiamo il bambino a fare una scelta, selezionando i doni che più desidererebbe, mettendo in chiaro che l’ultima decisione spetta a Babbo Natale. Per comprendere il valore del dono e del ricevere i bambini devono prima distinguere e discriminare le cose desiderate dal resto. In altre parole, non si può avere tutto ed anche il genitore non dovrebbe esaudire per forza tutte le richieste presenti sulla lista: è educativo per i piccoli imparare a gestire le piccole frustrazioni che scaturiscono dal dover rinunciare a qualcosa.
  • E’ l’adulto che pone limiti e regole: l’adulto deve comprendere cosa è più adatto per il proprio figlio e se non condivide una scelta non deve assecondarla. L’adulto non dovrebbe considerare la letterina di Natale come un dovere obbligato a cui attenersi rigorosamente, senza la libertà di scegliere ciò che reputa più consono.
  • Doni pensati e adeguati a chi li riceve: i doni che i bambini ricevono devono essere adatti alla loro età e alle loro attitudini e interessi.
  • Favoriamo la creatività! I genitori dovrebbero prediligere giochi creativi e che stimolino la fantasia e la capacità del bambino di immaginare e rappresentare: ricordiamo che spesso meno un gioco è strutturato più esso permette al bambino di essere attivo. Sia per i più piccoli, ma soprattutto per i più grandicelli, potrebbe essere originale oltre che istruttivo donare esperienze da condividere con i familiari o con i coetanei come gite, spettacoli, cinema ecc.
  • Non dimentichiamo il rito dell’apertura dei regali! Spesso i bambini sommersi dai doni non riescono ad apprezzarli singolarmente, frastornati dalla frenesia dell’aprire pacchetti. Sarebbe pertanto importante aiutarli a dare valore a ciò che si sta ricevendo aprendo i regali con calma, una alla volta, assaporandone la sorpresa e valorizzandone il contenuto, passando del tempo a esplorarlo e giocandoci per poi passare ai successivi. I regali potrebbero essere dilazionati nei diversi giorni delle festività, in maniera da stimolare maggiormente l’interesse sul singolo gioco ma prolungando al contempo il piacere del ricevere!
  • E i regali inaspettati non menzionati tra i desiderati? Aiutiamo i bambini ad apprezzarli ugualmente con maggior gioia e sorpresa. Non obblighiamo familiari e amici ad attenersi rigidamente alle richieste espresse, magari potrebbero avere idee migliori delle nostre e comunque molto apprezzate dai bambini! Inoltre, i piccoli dovrebbero imparare a gioire e ringraziare di ogni dono ricevuto perché segno di amore e interesse nei loro confronti: questa capacità si sviluppa grazie all’aiuto dell’adulto che pone valore al dono e al donare.
  • E per i fratelli vicini di età? I regali non devono per forza essere uguali, ma bisogna seguire gli interessi di ognuno favorendo differenze di interesse.

Il profilo della dott.ssa Ciotti del Policentro Pediatrico di Milano

Francesca Ciotti

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